GESU' PASSO' LA NOTTE IN ORAZIONE

 Vangelo secondo Luca (6,12-16) 

 

In quei giorni Gesù se ne andò sulla montagna

a pregare e passò la notte in orazione.

Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli

e ne scelse dodici, ai quali diede il nome di apostoli.

 

In questa festa degli apostoli Simone e Giuda (naturalmente non l'Iscariota)

il vangelo ci presenta Gesù che, non a parole ma con la vita, sottolinea l'assoluta priorità della preghiera.

 

E, in questo breve passo, lo vediamo dare un lungo tempo (addirittura tutta la notte) all'orazione, immediatamente prima di un atto importante: la scelta, tra i suoi discepoli, di quanti diventeranno "apostoli" che significa inviati, ambasciatori, delegati.

Essi costituirono il primo nucleo del Nuovo Israele, in numero di dodici, simboleggiando così le dodici tribù dell'antico Israele.

Questa elezione fu dunque di capitale importanza perché "diede loro il mandato di andare a evangelizzare e battezzare tutte le genti" (Mt 28,18).

Non solo: li investì inoltre del potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorta di malattie e infermità" (Mt 10,2).

Ecco: il nodo importantissimo che lega la nostra attenzione a questi fatti è il con-templare un Gesù tutto solo sul monte immerso in preghiera per l'intera notte.

 

Come crollano di schianto tante interpretazioni errate del nostro fare e strafare cose possibili o buone o addirittura tali da sembrare apostolato.

 

L'anima dell'attività evangelizzante e apostolica è la preghiera.

Se chi opera non prega e non insegna a pregare è come chi pensa di solcare il mare su una pagina di un grande atlante.

In realtà non si muove e non muove nulla. O addirittura fracassa.

 

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La voce di un filosofo

Il punto di appoggio di Archimede per questo mondo è una cella di preghiera,

dove un vero orante prega in tutta sincerità; ed egli solleverà la terra.

Sì, se esistesse questo orante e la sua vera preghiera,

quando chiude la porta, è incredibile quello che egli potrebbe fare

Sorèn Kierkegaard

 

Chiunque chiede, riceve.

VANGELO (Mt 7,7-12)

 

 

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

"Chiedete e vi sarà dato;

cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto;

perché chiunque chiede

riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.

 

Chi tra di voi al figlio che gli chiede un pane darà una pietra?

O se gli chiede un pesce, darà una serpe?

Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli,

quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che

gliele domandano!

Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge  dei Profeti".

 

 

SCALTREZZA SPIRITUALE


Chi legge con continuità il Vangelo

si imbatte frequentemente nelle parabole.

È uno dei modi abituali con cui Gesù comunica il suo insegnamento.

 

Egli, maestro buono e attento, voleva che i discepoli comprendessero le sue parole

non come insegnamenti astratti, bensì come parole per la vita.

Per questo preferisce il linguaggio della parabola,

pieno di simbolismo e di concretezza.

 

Anche questa volta prende spunto da una situazione di vita:

un amministratore, accusato di cattiva gestione, viene chiamato dal suo padrone perché gli porti i conti prima di essere allontanato.

 

Gesù, a questo punto, descrive l'abilità

di questo amministratore nell'assicurarsi il futuro, e conclude:

"I figli di questo mondo sono più scaltri dei figli della luce".

 

Non è che Gesù esorti a truffare; egli vuole che ciascuno di noi

si adoperi in ogni modo per entrare nel regno di Dio.

Gesù insomma esorta alla creatività dell'amore,

a non rassegnarsi di fronte a nessuna difficoltà

e tanto meno ad adagiarsi 

Dalla Parola del giorno

 

"Questa è la volontà del Padre mio:

che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna;

e io lo risusciterò nell'ultimo giorno."

 

Il dono della vita eterna è l'opera redentiva di Gesù

in piena adesione alla volontà del Padre.

 

Dio è Amore

Lui non solo non vuole la morte del peccatore

ma interviene attivamente

perché possa accedere alla pienezza della vita.

 

È per questo che Egli ha mandato il Figlio suo,

ed è per questo che Gesù si consegna

quale Pane di vita sulla croce e nell'Eucaristia.

Un dono riservato al futuro?

Tutt'altro!

La vita eterna inizia nel nostro oggi.